10 Set Mi racconti un suo pregio ed un suo difetto
Nei colloqui di selezione una delle domande trite e ritrite, anche dal selezionatore alle prime armi, è sicuramente la seguente:
Mi racconti un suo pregio e un suo difetto.
Questa domanda, semplice e sibillina manda in crisi l’80% di chi la riceve! I malcapitati forniscono risposte che di solito altalenano fra delirio di onnipotenza (IO?! Io non ho difetti!) e l’autostima sotto le scarpe (mi vengono in mente i difetti ma nessun pregio…mi spiace…)
Il primo quesito da porsi è: PERCHÉ MI RIVOLGONO QUESTA DOMANDA?
Qual è il loro obiettivo? Vogliono frugare nel mio armadio per trovare gli scheletri nascosti? Cercano forse persone scevre di qualsiasi difetto? Sì, lo so! Vogliono Wonder Woman! Oppure vogliono semplicemente farsi i fatti miei anziché chiedermi cosa so fare facendomi perdere un sacco di tempo, accidenti!
Nulla di tutto ciò! L’unico motivo per cui si pone questa domanda è capire quanto la persona sia CONSAPEVOLE DI SE STESSA. Ha raggiunto un giusto grado di maturità? Ha sviluppato quel senso critico che gli consente di dare valore ai propri lati positivi e considerare i suoi difetti come aree di miglioramento?
Tieni a mente che quando si assume una persona che pensa di non avere difetti (o pregi) si rischia di inserire in organico una bomba ad orologeria, che prima o poi esploderà! Infatti, non esistono in natura persona prive di difetti così come non esistono persone senza alcun punto di forza! Esistono invece persone che sanno di avere dei limiti e cercano di superarli e, al tempo stesso, sono capaci di mettere in luce i loro punti di forza. Chi non ha consapevolezza di sé a lungo andare rischia di creare più danni che benefeci: o perché è un pazzo egocentrico oppure perché si stima talmente poco da girare sempre al minimo.
Tutto chiaro? Quindi sappi che questa domanda non sparirà MAI dal manuale del Giovane Selezionatore. Potrà essere posta con altre parole (cosa dicono gli altri di lei? E lei è d’accordo?) ma ci sarà sempre.
Detto ciò sorge un altro genere di problemi: cosa racconto? Di solito il problema sorge sul raccontare i difetti senza sembrare un caso umano. Come faccio a evitare di darmi la zappa sui piedi? Ed i pregi? Come posso raccontarmi senza sembrare un megalomane?
Il primo consiglio che ti do è di NON INVENTARE: cerca di descrivere una persona in cammino, con alcuni limiti e alcuni pregi. Trova il tuo personale equilibrio, ma non inventare sciocchezze. Dopo di che:
- Individua i tuoi pregi e i tuoi difetti. Se non ne trovi, puoi chiedere aiuto a chi ti sta intorno e ti conosce bene, indicandoti sia gli uni che gli altri. Chiedi un parere ad almeno 10 amici e familiari che ti conosco abbastanza bene e poi vedi quali sono gli aggettivi ricorrenti. Interrogati. Li condividi?
- Chiediti se siano PERICOLOSI per la mansione a cui aspiri. Se il ruolo che ti propongono è, ad esempio, di tipo commerciale, non potrai certo affermare di essere una timida incallita! Il tuo difetto potrebbe invece essere un pregio se ad esempio lavori al computer o in ruoli meno “on the road” dove sono più importanti concentrazione e precisione.
- Ricorda il concetto di FUNZIONALITÀ. Non si sta dando un giudizio di valore sulla tua identità, ma si sta semplicemente cercando di capire se il tuo modo di essere è funzionale alla posizione offerta. Non ti stanno dicendo se sei giusta o sbagliata.
- Trasforma i tuoi difetti in pregi. Impara a raccontare al meglio i tuoi limiti di modo che siano dei pregi se li tieni sotto controllo e rischino invece di sfociare in difetti se tu non ci lavori sopra. Infatti ogni vincolo può contenere in sé una risorsa se impari a guardarlo nel verso giusto.
Per aiutarti in questa riflessione ti propongo un esercizio che ho visto fare da uno psicologo di Milano. L’esercizio si chiama “Ogni difetto contiene un pregio”.
Disegna 4 quadranti e assegna ad ognuno un numero. Partendo da sinistra in alto e compilando in senso orario scriverai 1..3..2..4.
Inserisci nel quadrante con numero 1 il tuo difetto. Dopo di che continua a compilare leggendo le domande raffigurate nella figura qua sotto. Io come esempio ho usato il difetto “DISORDINATO”
PUOI IMPARARE DA 1 AD ESSERE 3 COSI’ IL TUO LATO 2 NON DIVENTERÀ 4
Chi è disordinato spesso sa essere spensierato e da questo può imparare qualcosa di importante affinché l’essere ordinati non rischi di trasformarsi in rigidità.
Cosa ci dice questo esercizio?
- Che un difetto può essere un pregio, dipende da che punto di vista lo guardi
- Che l’opposto del nostro difetto (che pensiamo sia un pregio) potrebbe essere un difetto anche lui!
Tutto chiaro? Idee più confuse di prima? Dove voglio arrivare?
Tu sei un essere straordinario ed unico, impara dai tuoi limiti ed usali per creare la tua unicità.
Non avere paura di te stessa, né dei pregi né dei difetti. Osservati piuttosto con sincerità ed impara a valorizzarti correttamente. Stai pur certa che il mondo del lavoro se ne accorgerà!
Quale pensi che sia il tuo peggior difetto? E come lo affronti?
Federico
Posted at 19:42h, 11 SettembreComplimenti! Hai esposto in maniera interessante quelle che potrebbero sembrare delle ovvietà
Danila Saba
Posted at 19:58h, 11 SettembreTi ringrazio Federico! Ritengo che certi temi debbano essere resi interessanti sia per chi è un addetto ai lavori sia per chi i colloqui li deve “subire” Uno spunto di riflessione per evitare di rovinarsi con le proprie mani! 🙂