23 Giu Gli errori più comuni nella ricerca del lavoro
Vuoi far decollare seriamente la tua ricerca di lavoro? Non stai ottenendo i risultati che speravi? Sappi che esistono alcuni errori che accomunano spesso chi sta cercando lavoro. Talvolta non ce ne rendiamo nemmeno conto. Come mai si commettono? Perché capita che si attraversi uno stato di agitazione/ansia che toglie la lucidità e non consente una valutazione obiettiva della situazione. Crediamo di aver fatto il massimo e, di fronte a risultati al di sotto delle nostre aspettative, spesso ci chiudiamo a tal punto da bloccare ogni arteria vitale della nostra iniziativa.
Quali sono questi errori e come superarli?
- Comportarsi come se il lavoro fosse dovuto. Se ho appena perso il lavoro e ho superato la fase di lutto, con molta probabilità ora sarò in modalità “chi tocca muore, sarò arrabbiata con la società, l’Italia, le aziende che vanno all’Estero, le odiose agenzie interinali ecc ecc. In questa modalità finirò per pretendere che qualcuno mi levi dall’odiosa situazione, come se la vita mi dovesse qualcosa in cambio della mia fatica. Beh, mi spiace. Fa male, ma se vuoi cambiare la situazione devi muoverti tu. Nessuno è obbligato ad offrirti un lavoro. Qualcuno te ne offrirà uno se capirà che tu gli risolvi almeno uno dei suoi problemi. Quindi sei tu che devi dare il meglio di te e far comprendere che tu sei la sua soluzione. Cambia atteggiamento ed otterrai i tuoi risultati!
- Dedicare poco tempo alla ricerca: ho incontrato tantissime persone che si lamentano di non riuscire a trovare lavoro o a cambiarlo e poi si scopre che inviano tre cv a settimana e lo fanno in modalità random. Il grado di successo della tua ricerca è commisurato anche al tempo che gli dedichi. Pianifica almeno 2/3 ore al giorno, soprattutto se sei disoccupato. Fai un piano settimanale se invece un lavoro lo hai. L’importante è ricavare uno spazio definito e ripetibile. Ti farà stare meglio con te stessa e la ripetibilità dell’azione ti regalerà padronanza del tuo progetto e creerà sane abitudini. Non serve dedicargli 10 ore al giorno (anzi, questo sarebbe controproducente) ma nemmeno quei 5 minuti frettolosi alla sera solo per mettere a tacere la tua coscienza.
- Utilizzare le tecniche sbagliate. Se per un mese hai inviato cv a casaccio pensando che nel mucchio qualcuno ti avrebbe considerato ed invece non è successo nulla, cambia strategia! Il tuo intento non è quello di confermare le orribili statistiche sul lavoro! Magari la tua professione ha un funzionamento differente dalle altre e tu vuoi pescare il salmone in mare! Affina la tua ricerca magari autocandidandoti dopo aver raccolto precise informazioni sull’azienda oppure partecipa a qualche fiera del tuo settore. Insomma… think lateral.
- Stare da sola. Un po’ perché hai paura di ammorbare gli altri con il tuo disagio, un po’ perché in fondo pensi che sia poco utile raccontare cosa stai passando. Morale: te la canti e te la suoni divinamente! Risultato: vivi un mondo surreale dove pensi di essere l’unica ad affrontare quella difficoltà. Volta pagina! Parla con tutti, racconta cosa desideri, incrocia persone che amano il loro lavoro e chiedi come hanno fatto, frequenta i corsi di orientamento dei centri impiego oppure un orientatore privato. Esci, esci, esci dal guscio!
- Gettare la spugna al primo ostacolo! O al terzo e al quarto. Ti avevano detto che sarebbe stato facile? Probabilmente no. Chiediti però se il tuo obiettivo vale la pena delle tue fatiche. Se le vale… insisti! La soluzione potrebbe essere proprio dietro l’angolo. Sii creativa, cambia modalità, tenta nuovi approcci. Ma non mollare!
- Avere un solo obiettivo professionale. Dico sempre alle mie clienti che è bene avere almeno due piani: Piano A e piano B. Il piano A sarà quello per te più importante e ti auguro di raggiungerlo. Tuttavia è ben avere anche una via d’uscita nel caso non dovesse funzionare perché comunque di soli sogni (non realizzati) non si vive. Ciò non significa necessariamente che il piano B sia quanto di più orrido possa capitarti, potrebbe anche solo trattarsi dell’applicazione della tua professione in un settore nuovo. L’importante è che tu possa sentire la sicurezza data da una via di fuga.
- Non conoscersi abbastanza. Spesso la mancanza di chiarezza su chi sei e quali sono le tue competenze potrebbe generare l’idea di non valere abbastanza. Stai tranquilla. Non hai poco valore! Probabilmente non ti sei mai fermata a riflettere seriamente su cosa vuoi ed ora che lo fai in condizioni di emergenza ti senti con l’acqua alla gola. Respira, rifletti e butta giù le tue caratteristiche vincenti, quelle che racconterai al tuo prossimo colloquio.
- Non mettersi nei panni dell’interlocutore. Sì, lo so: sei tu che cerchi lavoro! Perché mai dovresti provare empatia per le aziende o per i selezionatori? Perché ti serve! Serve alla realizzazione del tuo obiettivo professionale. Quando invii cv, scrivi una lettera di presentazione o sostieni un colloquio ricordati sempre che più comprendi le esigenze di chi hai di fronte e più saprai mostrare gli aspetti più funzionali al tuo obiettivo (essere assunta!). Così il tuo interlocutore vedrà con chiarezza che tu sei la persona giusta per lui! Comunica al massimo livello!
Questi sono solo alcuni dei fattori critici di successo della tua ricerca. Se sarai in grado di tenerli sotto controllo, riconoscerli quando si presentano, affrontarli con la giusta strategia vedrai che la tua ricerca del lavoro avrà molte più probabilità di andare a buon fine!
Hai riscontrato altre difficoltà? Condividile! Troviamo insieme una strategia vincente!
Flavia
Posted at 12:08h, 23 Giugnograzie Danila, ottimi spunti!
Io sono disoccupata da un mese e un po’, dopo un licenziamento in tronco che mi ha causato non poco shock.
Grazie al network costruito negli anni passati ho avuto tre colloqui, due cn match negativo, mentre nell’ultimo colgo una mia incertezza di fondo nell’accettare dovuta a vari blocchi e remore, pur trattandosi di posizione nel mio settore di provenienza e gia’tentata da me anni fa. Tu hai un suggerimenti per capire quando una proposta e’davvero per noi oppure quando e’meglio restare non occupati, e pronti al meglio che arrivera’?grazie mille!
Danila Saba
Posted at 18:46h, 23 GiugnoCiao Flavia, non è detto che una posizione che hai ricoperto in passato vada bene per te anche oggi. Dai voce a quei blocchi e cerca di capire se le remore sono legate a qualcosa di “serio” (ad esempio l’azienda non corrisponde a ciò che cerco o ai miei valori) oppure qualcosa di “trattabile” (ad esempio non sono soddisfatta del trattamento economico) su cui puoi discutere. E’ chiaro che essendo tu disoccupata la prima reazione che attraverserai sarà quella di accettare “qualsiasi lavoro” salvo poi ritrovarti insoddisfatta fra sei mesi. Chiediti in coscienza COSA E’ VERAMENTE IMPORTANTE PER ME ADESSO? A COSA VOGLIO DARE PRIORITA’? Scegli rispondendo a questa domanda. Non esiste una risposta confezionata. Esisti tu, i tuoi valori e le tue aspettative OGGI.
Flavia
Posted at 10:43h, 24 GiugnoGrazie Danila!
Leggerti mi è di conforto, mi ha dato un utile GPS: continuo a procrastinare la mia risposta e la decisione non è ancora definita, ma sono certa che la mia pancia la conosce.
Chissà che non ci si veda il 26 alla riunione della Rete di Torino 🙂