Chi vuol essere lieto sia, di domani … v’è certezza?

Ultimamente alcuni eventi mi hanno fatto riflettere su un punto che è molto importante per tante persone (me compresa) ossia il bisogno di certezza di fronte alle scelte più importanti.  Pochi giorni fa una mia lettrice mi ha chiesto: come faccio ad essere CERTA quando devo scegliere di accettare o rifiutare una proposta di lavoro? Come faccio ad essere CERTA che le mie decisioni non siano dettate dal bisogno di avere un qualsiasi lavoro?

Ho sempre pensato che sia necessario ed utile, nella vita e nel lavoro, avere alcuni punti certi. Quelle 2 o 3 fondamenta su cui posa la persona, su cui costruire la  propria professionalità e la vita stessa. Una sorta di argine entro il quale ci si muove. Una tela di partenza che contiene le condizioni sine qua non.

Ho risposto alla mia lettrice che è utile paragonarsi seriamente con sé stessi. Cosa desidero veramente in questo momento? Cosa è veramente importante per me oggi? Cosa mi fa stare meglio: accettare o rifiutare? Quindi paragonando quella proposta al quid di valori di base che mi porto dietro.

Ma spesso questo non basta. Spesso una risposta del genere può rendere la scelta ancora più complessa. Per due motivi. Uno più strutturale legato al fatto che potrei anche non conoscermi abbastanza. Magari non ho chiaro nemmeno io cosa è veramente importante per me, come ragiono e su cosa fondo le mie scelte. Capitano i periodi in cui ogni nostra certezza sembra crollare. Quindi, se mi si chiede di paragonarmi a qualcosa che non ho chiaro, il paragone stesso decade ed io non riesco a scegliere.

L’altro motivo è che il mio bisogno di certezza così profondo spesso nasconde la paura. Paura di cosa? La paura di sbagliare, di fare un passo falso, paura di cambiare, paura di prendere posizione. E’ probabile che io abbia la risposta ma questa risposta mi spaventi! Il punto cruciale è che se decido di farmi guidare dalla paura rischio di cadere dalla padella nella brace e di paralizzare l’intero processo decisionale. Oppure di decidere secondo standard che in realtà non sono i miei.

Questi meccanismi sono presenti anche nelle aziende. In Italia ed anche all’Estero. Spesso per prendere una decisione si raccolgono tante informazioni. Talmente tante da non sapere, alla fine, decidere ugualmente! Questo meccanismo paralizzante lo avrete sicuramente sperimentato sul campo all’interno di alcune aziende, le quali continuano a girare intorno alle criticità rinviando una qualsiasi presa di posizione perché “mancano informazioni” che in realtà sovrabbondano.

Fare le scelte guidati dalla paura aumenta  il margine di errore e/o di paralisi. Questo è vero nel lavoro e nella vita personale. In questo periodo, ad esempio, sto cercando una nuova casa. Alcune persone intorno a me continuano a dirmi: ma sei certa che ti diano il mutuo? Ma sei certa di avere poi i soldi al momento dell’atto (che è fissato lontano nel tempo)? Ma sei certa che avrai ancora il lavoro fra un anno?

Ed io, cosa rispondo? No, non sono affatto certa. Diciamo che, per natura ed educazione, non sono incosciente. Conosco i miei valori fondamentali, ho fatto delle valutazioni iniziali (non farle sarebbe come iniziare una attività senza un business plan!) e in base a quei pilastri ho dato una priorità alle mie esigenze. Ma detto ciò, resta il fatto che la certezza assoluta che andrà tutto per il verso giusto non la ho.

Sono solita ripetere che “Tranquillo è morto, insieme a Sicuro e Bravo”. Un modo un po’ ironico di dire che le scelte, quelle più vere, quelle più importanti, raramente si fanno in piena luce e con l’assoluta chiarezza di percorso. Le scelte, quelle importanti, mi diceva un caro amico tanti anni fa, si fanno sempre nel CHIARO-SCURO della TUA LIBERTA’.  Ed un altro caro amico di oggi mi ricorda spesso che le scelte si fanno prima con la pancia e poi si cospargono di razionalità.

Quindi, usiamola questa libertà, paragoniamoci con ciò che conta realmente per noi e poi però troviamo anche il CORAGGIO di seguire ciò che il cuore e il cervello ci suggeriscono. Anche se, nel momento in cui decidiamo, non abbiamo la prova matematica che ciò che abbiamo scelto sia giusto e utile.

Se avremo scelto in maniera funzionale per noi lo verificheremo sul campo e nel tempo. Non possiamo paralizzare la nostra vita mettendola in mano alla paura.

E se avessimo sbagliato? Non crucciamoci troppo. Memorizziamo l’informazione e andiamo avanti. La freccia prima di essere scagliata deve tornare leggermente indietro. Magari un passo indietro è utile al raggiungimento di nuovi obiettivi più ambiziosi.

E così che ho preso alcuni granchi, qualche calcio nel sedere, ma ho anche comprato casa, ho fatto famiglia e ho tirato su la mia attività in proprio.

Tu come  prendi le tue decisioni? Quali sono i fattori che hanno importanza per te?

Danila Saba
info@danilasaba.it

Aiuto le donne a raggiungere il benessere professionale che meritano attraverso scelte consapevoli, intenzionali. Supporto le aziende che vogliono raggiungere il benessere organizzativo e veicolare i cambiamenti mantenendo.

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