11 Feb Quando è ora di cambiare lavoro?
Si fa presto a dire “Basta! Cambio lavoro!”. Lo si dice tante volte e spesso lo si lascia lì, senza passare all’azione. Infatti, capita che si attivi subito la Paura (di non sapere ciò che si trova, di fallire, di sbagliare) piuttosto che la Gioia o l’Euforia dell’intraprendere una nuova strada. Cambiare lavoro significa, infatti, fare i conti con l’incertezza che il cambiamento porta con sé, almeno in prima battuta. Significa fare i conti con sé stesse e con gli scheletri nascosti nell’armadio. Richiede un passo verso la consapevolezza di chi siamo e di quale strada vogliamo prendere.
Tuttavia, il primo passo da compiere è saper distinguere fra ciò che è un malcontento passeggero legato ad un evento particolare e ciò che invece è un campanello d’allarme che invita a imboccare la via di fuga il più presto possibile. Capita a tutte di avere la giornata storta oppure di avere un periodo medio lungo in cui si affrontano altre questioni personali che si riversano anche sul lavoro. Ma ciò non significa automaticamente che sia giunto il momento di cambiare. Potrebbe trattarsi di un un malcontento passeggero. Ma se questo malessere è diventato il leitmotiv delle tue giornate forse è bene che tu dia un’occhiata alla lista qua sotto.
In linea di massima ci sono dei segnali che, perpetrati nel tempo, ti indicano se è giunto il momento di cambiare lavoro:
- Al lunedì mattina ti svegli con il malumore e inizi ad avere ansia all’idea di dover trascorrere otto ore “là dentro”. Senti come una sensazione di soffocamento. E ti succede ogni santissimo lunedì e non solo nei momenti di maggiore fatica. A me capitava anche di piangere appena messi i piedi giù dal letto. No buono!
- E’ subentrata la monotonia. Ogni giorno per te è uguale ad un altro e tu non ne sei tanto contenta. All’inizio utilizzavi questo spazio di noia per svolgere alcune attività tue, ma ora inizia proprio a starti stretto e i tuoi progetti stanno diventando evanescenti. Ti sembra di sprecare il tuo tempo.
- Non credi più nei valori della tua azienda. Non condividi le loro scelte e temi di dover sacrificare la tua autenticità per continuare a lavorare con loro. Non vuoi pagare un prezzo così alto e rinunciare alla tua identità.
- Sei finita a ricoprire una mansione di cui non t’importa nulla perché troppo lontana da ciò che più ti piacerebbe fare. E nessuno ti ha interpellata a riguardo.
- Senti che il tuo talento è sprecato e che comunque non sia utile a nessuno all’interno dell’azienda.
- Vorresti crescere, ma sei lì da otto anni e hai ancora lo stesso stipendio. E questo capita a quasi tutti i tuoi colleghi.
- Quando sei fuori dall’ufficio non sopporti di parlare del tuo lavoro e non hai alcuno stimolo a raccontare chi sei professionalmente a chi ti incontra per la prima volta.
- Non hai più stima nel tuo capo e nelle persone che sono alla guida dell’azienda.
- Hai dei disturbi psicosomatici legati allo stress lavorativo (sfoghi sulla pelle, disturbi del sonno, ansia, depressione).
- Vorresti imparare di più, ma senti le tue competenze stagnare. Più vai avanti e più le tue competenze si fossilizzano.
Se ti riconosci in 5 o più di questi fattori… inizia a prendere seriamente l’idea di cambiare rotta e butta giù un piano d’attacco. E’ giunto il momento di passare all’azione! Il che non significa licenziarsi in tronco e mandare a quel paese chi ti sta riducendo in questo stato. Significa invece prendere consapevolezza della tua situazione e decidere di volerla risolvere. Significa regalarsi l’opportunità di ritrovare soddisfazione professionale. Significa mettere il tuo obiettivo sotto il tuo controllo: basta lamentarsi dell’azienda e poi stare lì altri dieci anni a soffrire. Dopo di che è utile delineare un piano efficace che tenga conto del tuo mercato di riferimento, del confronto con esperti di settore, di un bilancio delle tue competenze e di una valorizzazione delle tue abilità.
Soprattutto, ascolta la tua voce interiore. Prenderai decisioni razionali molto più accorte se lascerai spazio al tuo intuito, che già da tempo sa dove andare ed è il tuo alleato più prezioso.
Mi piace ricordare che solo alla morte non vi è rimedio. Per i 10 punti indicati sopra si può davvero fare tanto! Da soli, con l’aiuto di un esperto, con la lettura, con il riscoprire le proprie passioni e con altre mille attività che ti tolgano dalla tua apatia.
In bocca al lupo!
Ilaria
Posted at 14:40h, 12 FebbraioEhm…sto avendo dei flash back! -_-
Danila Saba
Posted at 14:42h, 12 FebbraioHai proprio ragione! Anche per me è stato così quando l’ho scritto!