Le parole del cambiamento: resilienza

La mia parola del mese di marzo è stata #resilienza. Una parola di cui, nel coaching e fuori, si parla in lungo e largo. Una qualità che si può allenare e sviluppare con ottimi risultati. Non è, quindi, una parola nuova per me, ma l’ho indubbiamente guardata in modo nuovo.

Nella nostra lingua la parola resilienza, indica la capacità di resistere alle avversità della vita. Deriva dal latino “resalio”, che indicava l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare.

Ovviamente non basta resistere alle avversità. Siamo resilienti se resistiamo POSITIVAMENTE. Ciò sta a significare che dentro la fatica riesco ancora a cogliere una opportunità se mi si presenta davanti e ho le risorse per ricostruirmi un cammino percorribile.

Pietro Trabucchi, che ha scritto dei bellissimi libri sulla resilienza, definisce in un modo che a me piace tanto quali siano le caratteristiche psicologiche della persona resiliente:

  • è una persona ottimista e tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti;
  • ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda;
  • è fortemente motivata a raggiungere gli obiettivi che si è prefissata;
  • tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia;
  • di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza

Quindi, lo sviluppo della resilienza ha molto più a che fare con il mio atteggiamento di fronte a ciò che accade che con l’evento in senso stretto.

I primi tre mesi del 2016 sono stati molto faticosi per me. Mi ero prefissata diversi obiettivi, ma poi una serie di eventi hanno messo a dura prova la mia pazienza e il mio coraggio. Eppure sono ancora qui a parlarne positivamente. Cosa è successo? È successo che NON HO PERSO LA SPERANZA.

La mia riflessione sulla resilienza ha molto a che fare con l’associarla al termine SPERANZA. Io sono fermamente convinta  che tutto ciò che accade concorra al bene, anche la fatica.

Questo mi porta a fare un secondo passaggio: cosa intendo per speranza? Potrebbe essere che io riponga la mia speranza in qualcosa di esterno a me: aspetto che il cambiamento arrivi dall’Universo, da Dio, dal marito, dagli amici, dal capo, da qualsiasi elemento su cui non ho un particolare controllo. In questo caso difficilmente svilupperò la mia resilienza in quanto mi pongo in un ruolo passivo. Spero che passi prima o poi.

Speranza per me significa guardare con fiducia al futuro anche quando magari il passato e il presente sono faticosi. E in ultima analisi, essere resiliente significa decidere che ne vale la pena.

Dal punto di vista professionale significa che di fronte alla salita di questo inizio d’anno io ho deciso che quella fatica poteva essere affrontata con forza ed impegno perché nelle mie priorità c’è un fortissimo desiderio di portare avanti questo bel progetto che ho tirato su.

In definitiva quindi per me essere resiliente significa ritornare continuamente alle ragioni che mi hanno spinto a fare una determinata scelta e decidere, nonostante tutto, che ne vale ancora la pena! Essere resilienti significa in ultima analisi ritrovare lo scopo ultimo del mio vivere e del mio fare le scelte.

Ecco che quindi allenare la resilienza significa porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti della vita:

Qual è la ragione più profonda delle mie scelte? Per cosa vale veramente la pena lottare?

È solo dalla risposta a queste domande che io trovo la forza di attribuire il migliore significato possibile a ciò che mi accade e riesco ad interiorizzare e metabolizzare la mia fatica trasformandola in un importante mattoncino della mia crescita.

Cosa ne pensi? Che esperienza fai della resilienza? Raccontami!

La prossima parola dopo mesi di forza, impegno e resilienza sarà… #pace (finalmente!)

Danila Saba
info@danilasaba.it

Aiuto le donne a raggiungere il benessere professionale che meritano attraverso scelte consapevoli, intenzionali. Supporto le aziende che vogliono raggiungere il benessere organizzativo e veicolare i cambiamenti mantenendo.

4 Comments
  • Ilaria
    Posted at 11:19h, 07 Aprile Rispondi

    Mah, io sono resiliente e giorni alterni con gravi picchi in un senso o nell’altro. Probabilmente la mia situazione lavorativa del momento non aiuta a mantenere la mente lucida abbastanza a lungo… Ci si lavora su e vediamo che viene fuori! 🙂

    • Danila Saba
      Posted at 12:56h, 07 Aprile Rispondi

      Forse hai perso di vista il tuo scopo nel mondo, la vera motivazione, la vocazione del tuo lavoro e questo ti rende “altalenante”. Tra l’altro essere resilienti non vuol dire essere inossidabili e non avere mai alti e bassi. Ha più a che fare con il riprendere la strada… se lo scopo è chiaro…

      • Ilaria
        Posted at 13:52h, 07 Aprile

        È tempo di grandi domande a proposito del mio scopo nel mondo, per cui sì, concordo. Vedremo cosa ha in serbo il futuro per me

      • Danila Saba
        Posted at 14:01h, 07 Aprile

        Una bellissima sfida! In bocca al lupo!

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