09 Nov La vera leadership: maschile o femminile?
Le abilità di leadership sono fra le capacità più preziose e ricercate sul lavoro in questo momento di forte cambiamento. Ma quando parliamo di leadership tu a cosa pensi? Se ti chiedessi di definirla cosa diresti?
Partiamo da un assunto: se non sai guidare te stessa non sarai mai in grado di guidare gli altri. Infatti, il leader può guidare con la forza, con il potere, con l’inganno, con l’autorità, ma se non impara a guidare con l’esempio non andrà mai molto lontano. Abbiamo tantissimi esempi negativi sotto gli occhi, in ambito professionale, ma anche politico, sociale e familiare.
Tu seguiresti le indicazioni di un nutrizionista sovrappeso? Ti sembrerebbe affidabile? La coerenza è il primo requisito che una buona leader dovrebbe sviluppare. Coerenza rispetto a che cosa? Mi riferisco all’allineamento con te stessa. Fai in modo che il tuo comportamento sia la dimostrazione pratica dei tuoi valori, delle tue convinzioni e della tua identità. E che la tua identità sia il riflesso del tuo scopo nel mondo (del lavoro e privato).
So cosa stai pensando? Che il tuo capo effettivamente è molto coerente. Il suo comportamento corrisponde ai suoi valori e al suo scopo. Ma è un tiranno e quello è il suo scopo!!!
Hai ragione. Infatti, non basta avere una direzione per essere un leader. Sono necessarie altre caratteristiche:
- Guidare con l’ esempio. In questo senso coerenza con ciò che si è
- Essere un servitore. Il leader è umile. La leadership, se è efficace, serve se stessi e gli altri.
Ed ecco che l’immagine del capo che hai in mente si sgretola…
Queste caratteristiche ben si distanziano dal tipo di leader che ci ruota intorno: il classico leader virile, poco orientato alle relazioni e alla comunicazione, con una scarsa attenzione al benessere emotivo dei collaboratori. Per cui il concetto è “lavora e se hai un problema risolvitelo”. Daniel Goleman lo definiva “stile autoritario o coercitivo”. È uno stile che applicano spesso anche le donne in posizioni di potere finendo per diventare le macchiette di un uomo.
Lo stile di leadership del guerriero in tanti casi ci è stato utile, ma è giunto il momento di integrare quel modello con altre competenze che oggi il mercato richiede. L’invito è all’unione di due tipologie di leadership e al superamento dei preconcetti che ci portiamo dietro da decenni di storia.
Se osserviamo con un briciolo di obiettività la realtà che ci circonda noteremo che il modello maschile di leadership non è stato capace di accogliere il suo lato femminile. Pochi giorni fa una cliente mi raccontava di come il suo capo le abbia detto di non poter “perdere tempo” a pensare alla soddisfazione emotiva e professionale dei suoi dipendenti in quanto “questione da femminucce”. D’altro canto noi femminucce, nonostante le lotte portate avanti per promuovere il nostro modello di leadership, basato su una maggiore consapevolezza emotiva e sull’empatia, facciamo fatica a riconoscerci le nostre peculiarità (il capo dell’esempio sopra, in realtà, è una donna!). Nel tentativo di metterci sempre in discussione, ci siamo perse per strada sacrificando la nostra natura e il nostro potenziale.
Come dice Robert Dilts nel suo ultimo libro, il leader non è più il comandante. Ma è chi è in grado di «creare un mondo al quale le persone desiderino appartenere». Bello, non trovi? Altro che leadership del comando, altro che certi presunti leader che ritroviamo nei nostri uffici che ti impongono uno stato di perenne guerra nel quale devi solo pensare ai tuoi obiettivi, calpestare i colleghi appena puoi e se nel frattempo muori, non importa, sei perita per la causa!
Va fatta una precisazione: la leadership maschile non è più abbastanza per il periodo storico che stiamo vivendo, ma anche la leadership femminile da sola mancherebbe di alcuni elementi. La leadership non è una questione di genere.
La vera leadership sarà di coloro che sapranno gestire al meglio se stessi, le loro risorse interiori, i pensieri, gli stati d’animo e le relazioni. Non mi basterà un mero saper fare (quindi avere tante competenze tecniche sulla materia che ho da gestire). Bisognerà integrare con una buona dose di SAPER ESSERE (chi sono? Che senso ha ciò che faccio a me stessa e agli altri?)
I passi da compiere sono:
- Riconoscere quali sono i punti di forza di entrambi i modelli di leadership.
- Imparare ad accogliere quelli che non sono nella nostra natura (che tu sia uomo o donna).
- Imparare a padroneggiarle. Non basta avere delle caratteristiche per essere automaticamente in grado di utilizzarle.
La leadership è una questione di equilibri fra i diversi tipi di energie che albergano in noi. Che tu sia uomo o donna, hai la possibilità di armonizzarle al tuo interno per raggiungere la realizzazione professionale e personale che stai cercando.
Quali sono le 3 energie archetipe? Robert Dilts e Stephen Gilligan, che le hanno studiate, le definiscono come quelle risorse interiori che ci siamo tramandati nel corso dell’evoluzione mentre ci preoccupavamo di vivere, di costruire le società e di tramandare il sapere ai posteri.
- LA TENEREZZA
È una dote della femminilità (non necessariamente della donna) ed è utile per moderare le obiezioni e i litigi, per comunicare con empatia e nel rispetto delle opinioni altrui, per accogliere i punti di vista degli altri, per lasciare spazio anche al cuore quando i numeri non bastano, per sapere perdonare gli errori della squadra ma anche saper accogliere i tuoi. Solo con la tenerezza evitiamo di essere troppo dure con noi stesse e con gli altri. È proprio la tenerezza che ci aiuta a non diventare la capa che assomiglia al “vero uomo” e si è dimenticata la potenza del suo essere donna. Quando però questa energia è dosata maldestramente può diventare debolezza e dipendenza. Quella debolezza che non consente di chiudere situazioni spiacevoli, che mi porta a confermare collaborazioni che non ho amato, che mi fa insistere su progetti che mi mettono perennemente a disagio. Se sei una donna forse sarai favorita nell’attingere a questa energia ma sappi che da sola non ti basterà.
- LA FORZA
È una dote della mascolinità. Questa energia è più facilmente accessibile agli uomini in quanto sono maggiormente educati ad utilizzarla. Ma non è una loro caratteristica esclusiva. La troviamo anche in tante donne talvolta in modo estremo per cui sembriamo tante Lady Oscar ambulanti! La forza dosata nella giusta maniera ci consente la fermezza sui propri traguardi, la capacità di disciplinarsi e di disciplinare gli altri, la capacità di pianificare obiettivi e di raggiungerli, la capacità di costruire una propria rispettabilità. Ci serve per fissare confini e punti fermi. Ci fa insistere quando non tutto arriva come lo avevamo pensato. Ci fa insistere senza rinunciare solo per non irritare gli interlocutori. Significa sviluppare pazienza, tenacia e capacità di dire no. Bada bene però che il suo estremo non è la tenerezza come ci hanno educato a credere (o sei forte o sei sentimentale). Perché si può essere forti e teneri nello stesso momento. Il suo estremo è la crudeltà.
- IL SENSO DELL’UMORISMO
La terza energia, che troviamo sia nel maschile che nel femminile, è inteso come leggerezza, avventura e ha a che fare con la creatività. Abbiamo bisogno di aprire la strada alla creatività per dare vita al nuovo, all’innovazione e all’evoluzione. Accedendo a questa energia si trovano soluzioni nuove, risposte inedite, si creano business innovativi e non si ha paura di cambiare. L’importante è non trasformare il senso dell’umorismo in sarcasmo o cinismo. C’è una sottile linea di confine tra l’essere ironica e il ferire gli altri finendo per umiliarli.
Cosa ne pensi di queste 3 energie archetipe? Quale di esse prevale in te? Sei affetta da tenerume estremo, eccedi nel lato oscuro della forza, non sai dire di no nemmeno sotto tortura? Sai fare autoironia oppure sei permalosa come un cavallo? Qualsiasi risposta tu abbia dato sappi che queste tre energie sono in te e che possono essere educate, armonizzate e potenziate a seconda dei tuoi obiettivi. Se vuoi lavorarci su, scrivimi e ne pariamo! Scopriamo insieme il leader che è in te!
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