Le 5 cose da sapere prima di mettersi in proprio

Sto entrando nel quinto anno della mia attività da freelance e sempre più di frequente sono contattata da persone che vorrebbero valutare insieme ad una coach se ci sono i presupposti per mettersi in proprio.  Avendo vissuto in entrambi i mondi, ho ben chiaro oggi quale siano le differenze e ritengo ci siano delle prime valutazioni da fare prima di decidere di compiere il grande passo. Prima di parlare di business plan, di idea imprenditoriale, di forma societaria e partita IVA da aprire! Ci sono delle riflessioni da fare riguardo a come cambia il tuo mondo quando cambi modalità di lavoro.

Quando ho iniziato io, avevo un vago sentore, ma non possedevo il livello di consapevolezza che ho adesso riguardo queste variabili, che ora ti spiego. Ho imparato sulla mia pelle a gestirle, ritrovandomici in mezzo all’improvviso. Sono valutazioni applicabili a coloro che pensano a piccoli business (consulenti, bloggercrafter, formatori, coach ecc.), che non stanno pensando di aprire aziende con dipendenti al seguito. In quel caso le dinamiche sono diverse.

Ecco quali sono le sfide che dovrai affrontare, oltre quelle strettamente professionali legate al tuo settore, e su cui ti conviene riflettere bene prima ancora di prendere una decisione:

  1. Guadagni variabili

Rispetto al lavoro dipendente nel quale ricevi ogni mese lo stipendio, anche se ti ammali o sei in ferie, chi decide di lavorare in proprio deve fare i conti con questa “abitudine”: a seconda del periodo, possono esserci guadagni oscillanti con alcuni picchi bassi (come ad esempio ad agosto quando sei in ferie o a dicembre). In più fino a che l’attività non va a regime potresti avere dei guadagni ben inferiori a ciò che ti aspetti. Quindi devi rinunciare? No, devi però mettere in conto se sei pronta a fare dei sacrifici e per quanto tempo. Ed iniziare a metterti nell’ottica di un fatturato annuale. Ciò significherà mettere da parte dei risparmi che ti sosterranno nei mesi più bui e ricordarti di accantonare da subito la metà del tuo guadagno per pagare le tasse (altrimenti l’anno dopo ti piglia il coccolone!) perché quello che è incassi non è decurtato delle tasse come accade con una busta paga. Sarai tu a doverlo accantonare.

  1. Responsabilità a tuo carico

Evviva! Finalmente dovrai rendere conto solo a te stessa e non più al tuo capo! Quindi via libera ad immaginare il tuo prodotto o servizio secondo i tuoi valori, a crearlo nei tempi e nei modi che preferisci! Però ricorda che sarà sotto la tua responsabilità anche tutto il resto: ti occuperai della fatturazione, del marketing, della grafica, del Customer Care, degli acquisti, delle vendite e di tutto ciò che ruota intorno ad un business. Tu diventerai un’azienda. Rinuncio? No, però dovrai organizzarti al meglio, nel tempo delegherai alcune funzioni e dovrai imparare a tenere le fila di tutto senza stancarti.

  1. Spazio di lavoro fluido

Quando lavori come dipendente ci sono dei giorni in cui ti svegli e pensi a quanto sarebbe bello lavorare da casa. Magari mettersi in pigiama al pc, pranzare con robe sane che decidi tu. Sì, tutto vero! Ma nella realtà del freelance non è proprio sempre così. Perché sarai alla scrivania e con la coda dell’occhio vedrai lo stendino che ti chiama. E tante volte non resisterai al senso del dovere e in orario d’ufficio brandirai il ferro da stiro e stirerai come se non ci fosse un domani. In più il tuo spazio di lavoro nella mente di coloro che ti circondano non esisterà: ti chiederanno di andare in posta, in banca, al mercato perché tanto tu sei a casa! Quindi, mission impossibile? No, dovrai stabilire fin da subito dove si svolgerà in concreto la tua attività professionale. Una volta stabilita dovrai imparare a farla rispettare (agli altri e a te stessa). Potrai anche valutare soluzioni di coworking sulla base delle tue finanze e delle esigenze legate alla professione (ad esempio ricevere dei clienti).

  1. Solitudine

Quando lavoravo in azienda quasi lo davo per scontato: avere di fronte una collega, prendere un caffè e condividere le mie giornate era qualcosa di speciale. Tuttavia ho deciso di barattarla con la mia libertà ritrovata. Eppure dopo qualche settimana la solitudine ha iniziato a farsi sentire. La mossa vincente sta nel crearsi subito una rete di colleghe e amiche con cui condividere la nuova vita. Nel mio caso è stata la Rete al femminile di cui nel tempo sono diventata anche la presidente nazionale. Il bello di questo tipo di nuovo network è che scegli tu le “colleghe” che vuoi frequentare quindi via musi lunghi e lagnose! Ma devi essere consapevole sin da subito che anche nel lavoro in proprio le relazioni sono indispensabili e dovrai ricostruirle quasi da zero perché avrai esigenze diverse rispetto alla vita precedente. La buona notizia è che oggi con i social riusciamo ad accedere più facilmente a nuovi bacini di conoscenze trasportando poi fuori dal virtuale quelle che più ci aggradano.

  1. Cambio di Mindset

Mettersi in proprio presuppone necessariamente la disponibilità ad accogliere e superare le sfide quotidiane, il grande cambiamento, la mole di lavoro che non finisce mai. Chi è dipendente non può neanche immaginare (io non lo avevo capito bene). Lavorare per se stessi significa imparare ad affrontare a testa alta qualsiasi vittoria o sconfitta, essendo disposta a prendersi i meriti e, quando arrivano, anche le critiche. Significa avere il giusto set mentale di competenze per trasformare il tuo sogno in un progetto realizzabile. È necessario rendersi consapevoli delle risorse che ti serviranno e capire se le possiedi, se puoi costruirle e allenarle oppure se proprio non le hai. Quali sono queste risorse? Motivazione, fiducia in te stessa, ottimismo, flessibilità, tenacia e via dicendo.

Ecco, credo che non esista un profilo standard della libera professionista o della imprenditrice. Eppure ritengo che ci siano alcuni indicatori che fin da subito possono aiutarti a capire se la strada è quella giusta o se è meglio rimanere dipendenti cercando magari un’azienda che faccia più al caso tuo.

Se non ti ho angosciato con questi 5 fattori allora potrebbe darsi che tu sia sulla buona strada per diventare “il capo di te stessa”. Ricorda però che ti serviranno risorse personali e competenze professionali che puoi valutare con un coach. A breve lancerò un percorso di coaching proprio per aiutarti in questo passaggio. Se sei interessata inserisci il tuo nominativo in questa lista e ti invierò una anteprima del percorso e un sconto super speciale! E chissà che un giorno io e te si diventi “colleghe”!

Danila Saba
info@danilasaba.it

Aiuto le donne a raggiungere il benessere professionale che meritano attraverso scelte consapevoli, intenzionali. Supporto le aziende che vogliono raggiungere il benessere organizzativo e veicolare i cambiamenti mantenendo.

2 Comments
  • Ilaria
    Posted at 09:45h, 08 Febbraio Rispondi

    Mannaggia Danila! Le tue newsletter mi destabilizzano!! (Belle però!)
    Sono motivo di riflessione e di spunto per un confronto sempre piuttosto vivace con me stessa..!

    • Danila Saba
      Posted at 09:51h, 08 Febbraio Rispondi

      Bene! Perdere l’equilibrio è fondamentale per iniziare a pedalare… 🙂

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